Le parole della sostenibilità

Nel marzo del 2022 quando la parola sostenibilità ha iniziato a rimbalzare dalle agende politiche ai programmi elettorali ed economico-diktatoriali, noi ci siamo interrogati proprio sulla Sostenibilità delle parole green che, imperversando ovunque, temevamo potessero svuotarsi di significato. Allora, che l’estate più torrida, quella dell’anno scorso, doveva ancora arrivare e che i disastri idrogeologici di quest’anno pure con piogge torrenziali che manco in Amazzonia…, abbiamo pensato che l’antidoto per trasformare proclami in impegno concreto di ognuno di noi, potesse essere la nostra consapevolezza circa il significato di quelle parole.

Oggi speriamo che le azioni decise, vivaddio – ma sufficienti? Lo vedremo – dai governi, non ci abbiano comunque in qualche forma deresponsabilizzato. Succede in ogni comunità: la presa in carico di un problema distribuisce il peso del problema in maniera iniqua. Se chi può prendere decisioni agisce, rischiamo il rilassamento. Il punto è che il sistema è molto complicato, inquinato da complessi interessi di mercato, ragione per cui nulla può essere demandato. Ognuno di noi ha da fare la sua parte. Ecco perché torniamo sull’utilizzo delle parole ma andando un po’ più alla radice. Una volta riconosciuti i diritti, tutti dovremmo sentirci addosso doveri che permettano a quei diritti di incarnarsi in un’evoluzione e in un cambiamento reale, che ancora fatichiamo a vedere.

 

L’identità della sostenibilità

Le parole che utilizziamo non sono neutre, mai. Definiscono chi siamo, da dove veniamo, cosa vogliamo e dove desideriamo andare. Le parole che utilizziamo sono dichiarazioni d’identità, il risultato della nostra autobiografia linguistica, dichiarano provenienza geografica, studi, esperienze, comunità di appartenenza. Ogni volta che una parola importante diventa istituzionale, ci appartiene un po’ di meno.

E allora, per riappropriarci del suo valore, può essere utile equipaggiarci con parole diverse, nostre. Ricercare all’interno del nostro personale vocabolario, quelle che ci appartengono, ci definiscono, ci raccontano e ci spingono all’impegno, all’azione, alla consapevolezza quotidiana.

Partendo dal riappropriarci dell’etimologia della parola “sostenibilità” che definisce il senso per cui è stata scelta.

La parola sostenibilità deriva etimologicamente dal verbo latino sustĭneo, sustinēre, che in senso più ampio significa resistere, durare ma anche sorreggereproteggerenutrire e difendere. Certo, da soli neanche questi termini bastano, ma è sicuramente più facile per ognuno di noi, a seconda del proprio sentire e vissuto, trasformarli in frasi e azioni compiute. Nutrire la terra con prodotti non tossici, nutrire noi stessi con prodotti non sofisticati, difendere i boschi, le barriere coralline o gli argini delle nostre città mantenendoli puliti e in equilibrio, evitando la cementificazione di massa, resistere all’istinto di abuso di acqua, di energia, ecc…

 

 

Autobiografia linguistica della sostenibilità

Sostenibilità = gentilezza. Gentilezza verso ogni essere vivente è rispetto. Se mi ricordo di essere gentile, sarò disponibile ad entrare in empatia con la vita e la qualità della vita di ognuno, specialmente quando si tratta proprio di sopravvivenza.

Sostenibilità = responsabilità. La responsabilità mi impedisce di percepirmi isolato dal resto del creato. Si ha responsabilità verso qualcosa o verso qualcuno con cui si è in relazione e allora occuparsi della sua vita e della qualità della sua vita, specialmente quando si tratta proprio di sopravvivenza, diventa missione quotidiana.

Sostenibilità= impegno. Impegno è azione, mai attesa o abbandono al corso degli eventi. Un obbligo assunto nei confronti di qualcosa o qualcuno con cui si è in relazione e da cui o per cui dipende la nostra vita o la qualità della nostra vita, specialmente quando si tratta proprio di sopravvivenza.

Sostenibilità = equità. In natura nulla si crea e nulla si distrugge ma si trasforma. Lavoisier ha detto più o meno così. L’equilibrio di un ecosistema ambientale, sociale, civile ha bisogno che ognuna delle sue parti non superi il limite dei prelievi e dei carichi sentendosi indenne dalle conseguenze del suo ego e agio.

Sostenibilità = orgoglio. Orgoglio di avere investito in qualcosa che magari è costata pensiero, sacrificio, di avere fatto la mia parte nella conservazione di un mondo pieno di meraviglie, per qualcuno facili da vivere e per altri ancora no, ma che potrebbero diventare o continuare ad essere nel tempo patrimonio di tutti.

Puoi continuare la tua lista, se hai voglia, per educare lo sguardo che si trasformerà in parola che a sua volta saprà diventare esempio o eredità per altri.

 

Il circolo della sostenibilità

Trentino Tree Agreement è nata come un’opportunità, un’occasione per fare qualcosa di concreto in una situazione di emergenza. Le emergenze, da allora, si sono velocemente moltiplicate, o magari è cambiata la nostra soglia di attenzione e sopportazione. È stata l’occasione per iniziare ad agire. Da lì in poi le azioni si sono amplificate, i cerchi che si sono creati intorno sono diventati via via più grandi.

C’è sempre una porta di ingresso, la salita comincia quando mettiamo il primo passo sul sentiero. A parole è impossibile raggiungere il rifugio. Servono concentrazione, sudore e fatica.