Le Consortele della Val di Rabbi
Storie di territori
La storia del Trentino è una storia forestale. Segherie, vetrerie, miniere, toponomastica: sono dappertutto i segni del rapporto tra uomini e boschi. Un rapporto iniziato ai tempi in cui dalle foreste si ricavava tutto quel che era necessario per sopravvivere, un rapporto che prosegue ancora oggi.
Quando la montagna detta le leggi della cooperazione
Il bosco è da sempre un elemento importante che scandisce i ritmi di vita, le dinamiche e l’economia di montagna. Gli alberi in Trentino, in passato e ancora oggi, sono una base fondamentale della sussistenza delle comunità delle valli. Abeti rossi, larici e abeti bianchi: nell’aspetto e nella composizione di ogni bosco, con il suo valore e le sue peculiari proprietà, si riflette una lunga storia di tradizione selvicolturale nata dalle leggi di necessità imposte dalla vita di montagna.
Qui, infatti, la povertà e le condizioni spesso rigide, imponevano ‘regole’ precise nella cura e nel mantenimento delle risorse primarie come boschi e pascoli. Si trattava di risorse di tutti che da tutti dovevano essere mantenute e, con una precisa normativa, condivise. Ville, Vicinie, Regole, Consorterie: le forme di gestione associativa dei beni presero molti diversi nomi in Trentino, a seconda della ‘forma’ che le regolava e della zona in cui si svilupparono.
In Val di Rabbi nacquero le Consortele, ovvero associazioni di gruppi di valligiani, i ‘consorti’ appunto, proprietari o affittuari di case e terreni insediati in diverse zone della valle. Secondo alcuni studiosi l’origine di questa tradizione sembra possa essere ricondotta ai tempi delle dominazioni barbariche avvenute a partire dal 500 d.C., quando la fine delle amministrazioni romane spinse le popolazioni locali ad unirsi in raggruppamenti, per gestire e curare collettivamente le risorse naturali primarie, di cui i boschi rappresentavano una parte fondamentale.
Il successivo avvento dei Comuni, in molti casi, non cancellò l’uso di queste ‘comunanze’ ma le integrò nel proprio sistema gestionale. Nei casi in cui questo non avvenne, le nuove amministrazioni esacerbarono il sentimento di autonomia e di legittimità delle associazioni, che si strinsero ancora di più attorno ai discendenti delle antiche famiglie locali, escludendo i così detti ‘foresti’ dal godimento dei beni collettivi. In Val di Rabbi il Comune sorse, come ente, solo nel 1805 ma senza il possesso terriero: i luoghi erano infatti “pertinenza” di ciascun beneficiario, discendente dai primi coloni della Valle.
Ad oggi la Val di Rabbi conta oltre 20 Consortele che esprimono i propri diritti in diverse unità come once o capi di bestiame – e sono gestite attraverso assemblee, direzioni, tariffe e modalità d’uso. Unica prerogativa per poterne far parte e godere delle risorse comprese nel suo territorio di giurisdizione è essere membro di una famiglia avente diritto, ovvero: essere residente in Val di Rabbi.
Questa tradizionale gestione collettiva si è tradotta nel tempo in una cura meticolosa del paesaggio e dei suoi dettagli, una cura che ha le sue radici nella consapevolezza che la salute e il buono stato dell’ambiente corrispondesse alla sopravvivenza e alla salute delle comunità che abitavano la valle. È così che le comunità di questo territorio hanno consegnato ai visitatori e agli abitanti odierni della Val di Rabbi un paesaggio integro e uniformemente curato.