La sorpresa di Natale

Si avvicina il Natale e ovunque, ma in montagna di più, appaiono le casette in legno dei Mercatini. Si entra, increduli come ogni anno che il Natale stia già arrivando, nell’atmosfera buona delle feste.

E per alcuni parte l’ansia dei regali.

Senza entrare nel merito della storia dei pacchetti colorati e infiocchettati, che alcuni fanno risalire addirittura, coi rami d’oro, olivo o alloro, agli antichi romani o al re dei sabini o alle Saturnali, la nostra storia è quella del dono. E non del regalo. Differenze?

 

Il dono di Natale

Ogni cultura ha le sue tradizioni. Quella cristiana, che celebra la natalità di Gesù, conosce i doni dei re magi del Vangelo. Il Medioevo riprende il concetto trasformando quella nascita in una festa per tutti i bambini che, appunto, con i doni si rallegrano e fanno festa.

Santa Lucia porta doni ai bambini il 13 dicembre. San Nicolò, prima di lei, porta doni ai bambini il 6 dicembre. La Befana porta doni ai bambini il giorno dell’Epifania. Sotto l’albero, noi, invece, impiliamo regali, i regali di Babbo Natale, per tutti, grandi e piccini.

Dono ha la stessa radice del verbo dare. Dare senza esigere in cambio ricompensa o riconoscenza. Un termine che appartiene più alla sfera emotiva e immateriale, che, se non proprio soggezione, incute pudore. Io dono a te che mi sei caro qualcosa che ho caro in maniera univoca e tanto basta a me per essere felice e a te per sentirti importante o in imbarazzo, dipende. Santa Lucia in groppa al suo asinello porta in dono quel che può, caramelle, mandarini e noccioline, leccornie che i bambini un tempo vedevano una volta l’anno. E, quando riesce, lascia anche i giochi che raccoglie per via perché lì non servono più. Tanto basta, ancora oggi, ai bambini per fare festa. Perché Santa Lucia incarna ancora la simbologia del dono. Esattamente come San Nicolò e la Befana.

 

 

Il regalo di Natale

Regalo viene da regale. Regalo era ciò che il suddito portava al re in segno di riverenza per ingraziarselo od ottenere favori. Il regalo non è disinteressato, è uno scambio che non presuppone necessariamente un rapporto alla pari. Tant’è che ciò che facciamo sotto l’albero è lo scambio dei regali. E ciò che interessa a un’organizzazione, a Natale, attraverso il regalo, è farsi scegliere ancora, farsi ricordare. Ciò presuppone un’ansia da prestazione mica indifferente. Sarà gradito? Sarà abbastanza? Sarà meno? Sarà troppo?

Là dove il dono riguarda me e la gioia dell’offerta, il regalo riguarda te, ciò che vuoi o ti aspetti da me e la tua o meno soddisfazione.

Ecco perché, se i nostri regali vogliono essere doni, ciò che facciamo con il cuore, senza considerare il modo in cui impegniamo altri a corrispondere solo la parte materiale del nostro gesto, abbiamo la possibilità di usare quel cuore per dare il nostro contributo a una causa più grande, che toglie dall’impasse del valore del pacchetto perché la sua parte immateriale vale di più. Possiamo essere noi, anche a Natale, il cambiamento che vogliamo. Abbiamo, anche a Natale, il potere di donare mettendo insieme un potenziale che non riguarda solo noi e l’altro, ma anche altro nel mondo.

Non importa il valore, non importa la causa, non importa la ricompensa. Sono tanti i progetti da scegliere, tanti quante sono le attitudini di chi dona e di chi riceve. In fondo, abbiamo un intero pianeta da salvare.

Queste sono solo alcune idee. Cerca la tua! Datti la possibilità di sorprendere e sorprenderti! Soprattutto a Natale.