Mai abbandonare i rifiuti

Quello dei rifiuti è uno dei problemi ambientali più spinosi del nostro tempo. E dei nostri boschi. Il loro abbandono può realmente compromettere ecosistemi fragili e preziosi. Una maggiore consapevolezza e alcuni semplici comportamenti, possono aiutarci a preservare l’ambiente, salvaguardando piante e animali e l’esperienza degli escursionisti che verranno dopo di noi.

 

Buone e semplici regole

La prima regola di chi ama la natura è non lasciare mai tracce dietro di sé, riducendo al minimo l’impatto del proprio passaggio. Disperdere i rifiuti nell’ambiente, oltre ad abbruttire il paesaggio, può comportare danni a lungo termine a cui spesso è difficile rimediare, soprattutto in ambienti complessi e fragili come i boschi montani.

Buona prassi è portare con sé un sacchetto (o due o anche tre!) in cui raccogliere i rifiuti prodotti durante un’escursione, riportando tutto a valle, dove potranno essere differenziati e smaltiti correttamente. Del resto, quel che ha trovato spazio nello zaino all’andata, prima di diventare immondizia, potrà senz’altro trovare spazio anche al ritorno e con minor peso.

Si tratta di un gesto semplice ma essenziale, perché in montagna non sempre sono disponibili cestini per la raccolta della spazzatura. Assicurare il loro svuotamento, soprattutto in alta quota, comporterebbe un oneroso dispendio economico e di energie che può essere evitato grazie alla collaborazione e alla responsabilità civica di ogni escursionista. I cestini inoltre, attirerebbero l’attenzione degli animali selvatici, che potrebbero rovesciarli in cerca di cibo, disperdendo i rifiuti e alterando la loro alimentazione.

 

La lunga vita dei rifiuti

Qualsiasi rifiuto abbandonato in montagna è difficile da recuperare e spesso non è biodegradabile. Può restare nell’ambiente per tempi assai più lunghi di quel che immaginiamo, deturpando il paesaggio e  rischiando di inquinare suoli e falde acquifere e, talvolta, mettendo in pericolo la fauna. Basti pensare che una gomma da masticare, seppur piccola, ci mette circa cinque anni per decomporsi e un mozzicone di sigaretta, oltre a far crescere esponenzialmente i rischi di incendio, può impiegare decenni, a seconda delle condizioni ambientali. E se per una lattina di alluminio possono servire cinquant’anni, per una bottiglia di plastica gli anni necessari vanno dai cento ai mille.

E pure quello che ci pare un innocuo fazzoletto di carta, può aver bisogno dai tre ai sei mesi per essere smaltito dal sistema bosco. Per questo, se proprio non riusciamo a raggiungere un rifugio o una malga dove poter usare i servizi, o non dovessero esserci strutture sull’itinerario che abbiamo scelto, è meglio portare nello zaino anche un rotolo di carta igienica, preferibilmente non profumata, che ha tempi di scioglimento più rapidi. In nessun caso invece dovremmo lasciare nel bosco pannolini e pannolini igienici, le cui componenti plastiche rimarrebbero intatte per secoli. Invece di una busta nello zaino, può essere utile portarne due o tre!

Anche i resti di cibo non dovrebbero essere abbandonati lungo il sentiero,bensì riportati a casa e smaltiti correttamente nell’umido. Il torsolo di una mela, ad esempio, impiega in media tre mesi a decomporsi e costituisce comunque un corpo non endemico, estraneo all’ambiente naturale del bosco. Lo stesso discorso vale per le bucce di banana, che possono richiedere tempi ancora più lunghi per essere “digerite” dal bosco. In montagna, infatti, a causa delle temperature basse e della differente composizione batterica nei suoli, i rifiuti biologici e non, hanno tempi di decomposizione più lenti.

 


 

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