La salute dei boschi si “misura” grazie a internet
Il Trentino, con la sua estesa superficie forestale che copre circa il 63% dell’intero territorio, rappresenta un laboratorio a cielo aperto per lo studio della salute degli alberi e per analizzare gli impatti del clima. Il Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige è in prima linea su questi studi grazie anche alla sperimentazione di tecnologie innovative basate su sensori, torri di rilevamento e satelliti, tassello di una rete di monitoraggio nazionale che conta 25 siti distribuiti in tutto il paese.
Questa attività di ricerca rientra nel progetto Italian Tree Talker Network nell’ambito del bando PRIN (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale), finanziato dal MIUR. In particolare, nei boschi della Val di Cembra, i ricercatori hanno installato una trentina di tree talker e altri sono presenti a Lavarone, in Val Canali, nel Bleggio, in Val Lomasona e a Molveno, per un totale di 170. Questi dispositivi consentono di misurare H24 una serie di importanti parametri vitali degli alberi e dell’ambiente in cui vegetano, come l’accrescimento del fusto e il flusso di linfa al suo interno, l’umidità del legno, la temperatura e l’umidità relativa dell’aria, l’inclinazione e le oscillazioni del fusto, lo spettro della radiazione solare trasmessa attraverso le chiome. Tutte informazioni che forniscono un quadro puntuale sullo stato di salute delle piante e su come le stesse rispondono ai fattori climatici e a disturbi biologici, ad esempio gli attacchi parassitari, o di natura antropica come il taglio di un bosco.
L’aspetto dell’impatto climatico viene invece rilevato attraverso un sistema di monitoraggio meteorologico montato su una torre che serve da infrastruttura anche per altri tipi di misure, come gli scambi di gas serra con l’atmosfera, le deposizioni atmosferiche di azoto, l’osservazione della stagionalità con immagini catturate in automatico da una fotocamera. In Trentino ne sono state installate tre, in Val di Cembra e in precedenza a Lavarone e alle Viote sul Monte Bondone. E nel panorama delle tecnologie impiegate ci sono anche i satelliti, grazie ad una collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana che coinvolge FEM in importanti progetti scientifici. Le tecnologie utilizzate, molto economiche, di tipo IoT (Internet of Things), consentono la ricezione di dati in modo continuo tramite internet. Ciò permette di ricostruire con precisione, partendo da un campione di alberi nelle foreste monitorate, le dinamiche della biologia delle piante e i modelli della loro interazione con l’ambiente.