Alberi, creature intelligenti
Se un marziano visitasse la Terra, non avrebbe dubbi su quali siano le specie dominanti del pianeta: gli alberi e le altre creature del regno vegetale. Da tre miliardi e mezzo di anni, sfruttando l’energia pulita del Sole, le piante hanno colonizzato gli ambienti più diversi e oggi costituiscono oltre il 99% della biomassa terrestre. Anche in Trentino, il 63% della superficie è ricoperta da boschi e foreste. Come hanno fatto le piante a diffondersi così efficacemente senza saper nuotare, né correre, né parlare e neppure avere occhi per guardarsi intorno? Oggi molti biologi sono convinti che dietro questo successo evolutivo si nasconda una dote a lungo sottovalutata: l’«intelligenza vegetale». Anche le piante, in altre parole, sono creature intelligenti.
Se Charles Darwin lo aveva già intuito, le attuali conoscenze non sembrano lasciare molti dubbi. Indagando la fisiologia vegetale, numerosi studi hanno svelato i sorprendenti stratagemmi biochimici con cui alberi e altre piante riescono a percepire i segnali dell’ambiente, farsi un’idea del mondo e comportarsi di conseguenza. Possiedono infatti tutti i nostri cinque sensi e non solo: percepiscono la luce, usano gli odori per comunicare, tastano l’ambiente per aggirare gli ostacoli, assaggiano il terreno in cerca di nutrienti, ascoltano le vibrazioni del suolo. In più calcolano la gravità per crescere dritti anche sui pendii, sentono l’umidità meglio di un rabdomante, misurano la chimica del suolo per tenersi alla larga dalle sostanze nocive. Come raccontano il botanico Stefano Mancuso, tra i massimi esperti di comportamento vegetale, e la giornalista Alessandra Viola nel saggio “Verde brillante”, le piante non hanno un cervello ma milioni di apici radicali che funzionano come i nodi della rete Internet, dando forma a un’intelligenza distribuita che permette loro di elaborare gli stimoli ambientali, prendere decisioni complesse, apprendere dall’esperienza e persino scambiarsi informazioni.
Già negli anni Ottanta si era scoperto che alcuni alberi, come l’acero o il salice, si mandano segnali di avvertimento per prepararsi a un imminente attacco dei parassiti. Oggi diverse ricerche hanno mostrato che le piante possono davvero comunicare tra loro mediante segnali chimici rilasciati da radici, rami e foglie. Se dunque per intelligenza intendiamo la capacità di reagire agli stimoli ambientali mettendo in atto strategie di adattamento e cooperazione, allora non possiamo che annoverare anche le piante tra le creature dotate di intelligenza. Una qualità che ha permesso loro di diffondersi con successo in ogni regione del pianeta, fino a diventare il sostegno della vita sulla Terra: ci offrono cibo, ossigeno, energia e medicine, oltre a mitigare il clima. Proteggere boschi e foreste, come si propone il progetto Trentino Tree Agreement, è quindi decisamente segno di intelligenza.