La nostra salute passa da quella delle piante

Da pochi giorni è cominciata la primavera e ad annunciarlo sono state le piante: il loro mutamento, in questa stagione, è un richiamo irresistibile ad uscire ma in questi tempi difficili dobbiamo limitarci a pazientare, consapevoli che presto riprenderemo le nostre escursioni, e che in più quest’anno, avremo un modo speciale per celebrare le preziose ‘sentinelle della bella stagione’.

Nel 2018 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2020 “Anno internazionale della salute delle piante” (IYPH). Un riconoscimento fondamentale, che la comunità umana ha voluto offrire a quella vegetale per renderci consapevoli del ruolo cruciale che la sua salute gioca sul nostro benessere. Come? Garantendoci sicurezza alimentare, approvvigionamento delle materie prime e tutti i servizi forniti dai diversi ecosistemi. Per dirla in pochi ma essenziali numeri: a livello globale le piante sono alla base dell’80% del cibo che mangiamo e generano, insieme agli altri organismi fotosintetizzanti, il 98% dell’ossigeno che respiriamo. Un motivo più che sufficiente per capire quanto la loro salute sia fondamentale per noi. Ma non è tutto, le foreste contribuiscono alla stabilità climatica del pianeta, hanno creato le condizioni per la nascita e lo sviluppo della nostra civiltà. Mantengono l’equilibrio fra milioni di diversi organismi, compresi virus e batteri, che privati – per deforestazione o eventi climatici estremi – di questo prezioso ecosistema regolatore, potrebbero diffondersi senza controllo, mettendo in serio pericolo la nostra salute, proprio come sta succedendo in questi difficili giorni.

A fronte di questa consapevolezza, il quadro che ci offre la FAO, che ha proclamato l’anno internazionale della salute delle piante, è preoccupante: il 40% delle colture alimentari viene distrutto ogni anno da insetti, virus, batteri, funghi e altri organismi che trasmettono malattie ai vegetali o ai loro prodotti, generando un danno economico, ecosistemico e paesaggistico di proporzioni immense, le cui ricadute si ripercuotono violentemente su disponibilità e sicurezza alimentare. Commercio, traffico internazionale e cambiamento climatico sono i primi vettori della diffusione di questi organismi nocivi, come ha dimostrato la drammatica tempesta Vaia che, nell’ottobre del 2018, solo in Trentino ha abbattuto oltre ventimila ettari di boschi. I 4 milioni di metri cubi di legname caduti hanno creato le condizioni ideali per la diffusione di uno dei più pericolosi nemici delle foreste: il bostrico tipografo (Ips typographus). Questo insetto, nutrendosi del legno di alberi deboli o malati, scava sotto la loro corteccia complessi sistemi di gallerie impedendo così il corretto fluire della linfa e causandone quindi la morte. Come se non bastasse, il bostrico è vettore di funghi che, a loro volta, danneggiano il legno.

 

Meyers Konversations-Lexikon, 4. Aufl. 1888, Bd. 16, S. 352, Ausschnitt aus Tafel Waldverderber I (Käfer)

 

 

Si tratta di un problema ecologico di difficile gestione che gli agenti del Corpo Forestale provinciale, insieme alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, sono ora impegnati a monitorare anche attraverso sistemi di cattura che mirano, inoltre, a ridurre – sebbene non massicciamente – la popolazione del bostrico. Allo stesso tempo, gli sforzi del Servizio Foreste e fauna del Trentino sono ora concentrati nel tentativo di rimuovere il più in fretta possibile il legno caduto, per contenere la diffusione del bostrico ed evitare ulteriori danni alle foreste ancora sane.

 

 

Consapevoli che la salute degli organismi vegetali passa per la cura e una gestione efficace degli ambienti che li ospitano, molte delle azioni sviluppate nel contesto dell’iniziativa internazionale, così come a livello locale, sono mirate a mantenere alto il livello di integrità degli ecosistemi. Un ecosistema pienamente funzionante è infatti in grado di far fronte agli stress – epidemie comprese – a cui può andare incontro, assorbirne gli effetti negativi e proteggere noi dagli impatti degli eventi estremi.